L’isolamento termico a cappotto è una tecnica in larga diffusione sul territorio italiano, ultimamente anche grazie alle riqualificazioni legate al bonus 110%. La sua realizzazione, ormai un imperativo per le più moderne realizzazioni edilizie, è atta a migliorare la qualità della vita di coloro che abitano l’immobile e a ridurre sensibilmente il dispendio di energia.
A cosa serve il cappotto isolante delle case?
Per isolamento termico (o coibentazione termica) si intende tutti i sistemi e le operazioni costituenti gli sforzi atti a ridurre il flusso termico di calore scambiato tra due ambienti a temperature differenti. L’isolamento termico in edilizia è volto, principalmente, a contenere il calore all’interno degli edifici (per la protezione dal caldo estivo è più corretto parlare di “schermatura dal calore”) per raggiungere un risparmio dal punto di vista energetico.
Tale isolamento si può ottenere applicando vari materiale chiamati appunto “isolanti”. Essi possono essere montati all’esterno delle pareti, all’interno in intercapedine o all’interno delle abitazioni, se non si possono toccare le facciate esterne (ad esempio negli edifici storici).
Quando il materiale è applicato a diretto contatto con il muro, si parla di isolamento termico a cappotto. Tale specifica tipologia di isolamento in edilizia è regolata da disposizioni dell’Unione Europea a cui i progettisti e gli applicatori devono attenersi. È opportuno, pertanto, informarsi in maniera molto dettagliata circa i requisiti della legge e ancor di più circa le effettive capacità tecniche degli applicatori i quali devono seguire opportuni corsi e munirsi di adeguata certificazione.
Nel rivestimento a cappotto o isolamento a cappotto esterno non c’è limite allo spessore dei pannelli isolanti: a differenza dell’isolamento dall’interno, infatti, non toglie spazio utile alle abitazioni e la normativa consente di andare in deroga alle distanze dai confini o dai vicini. Lavorando dall’esterno si può quindi definire lo spessore adatto al materiale scelto in base agli obiettivi energetici da raggiungere.
Come viene realizzato il cappotto isolante nelle case?
La tecnica di realizzazione consiste nell’applicare alle pareti dei pannelli isolanti con colla e appositi sistemi di fissaggio meccanico (tasselli specifici) che, successivamente, vengono ricoperti da una rasatura armata (cioè installata su una rete) e da una finitura spatolata pre-colorata. I materiali isolanti possono essere diversi: polistirene a celle aperte (EPS), a celle chiuse (XPS), fibra di legno, lane di roccia, lane di vetro, pannelli di calcio silicato, vetro cellulare etc… Ogni materiale ha i suoi pregi e difetti e va scelto in base al tipo di clima, al risultato da raggiungere, al tipo di immobile su cui si applica.
Nonostante inizialmente si fosse diffusa la percezione che il cappotto fosse “delicato” e facilmente deteriorabile, è vero il contrario. Rispetto ad un intonaco tradizione, quello applicato sul cappotto è molto più resistente e durevole, anche perché applicato su una rete che ne aumenta la deformabilità.
Il cappotto può essere realizzato anche sulla superficie interna della parete esterna, ma solo con un’attenta progettazione. L’isolamento interno è sempre da evitare perché dobbiamo utilizzare lo spessore del muro per “accumulare” il calore invernale come fosse una “batteria” e dobbiamo “fermare” il freddo più esternamente possibile. Quando però non si può fare a meno, ad esempio in edifici storici dove le facciate non possono essere modificate, si può fare un cappotto interno ma con materiali particolare e attenzioni di montaggio particolare, perché si potrebbe generare condensa.
Esistono in commercio per questo scopo, per le riqualificazioni, pannelli in cartongesso con diversi tipi di isolamento già incollati che partono dallo spessori di 3 cm circa fino a 10 cm circa. In questo caso l’applicazione risulta più facile e la finitura è adatta all’interno perché a vista abbiamo il cartongesso che possiamo dipingere come vogliamo. Lo svantaggio, oltre alla possibile formazione di condensa, sta anche nella perdita di spazio all’interno di casa ma è l’unica soluzione in situazioni storiche o quando, ad esempio, in un condominio gli altri condomini non autorizzano il rifacimento delle facciate.